Rasa Education Center

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“L'architettura è un misto di nostalgia e di estrema anticipazione"
Jean Baudrillard

 
Il progetto cerca di articolarsi secondo l’adattamento al sito, privilegiando una soluzione compositiva per parti interconnesse anziché la soluzione monolitica e indifferente alle geometrie specifiche del luogo. Questo concetto si traduce formalmente in una sequenza di quattro corpi dalla giacitura differente: i volumi a pianta regolare si accostano l’uno all’altro, come in una costruzione cronologica per parti, producendo una forma di tessitura che crescendo cambia il proprio assetto, ruotandosi e cercando le visuali migliori al mutare delle condizioni dell’intorno. Questa scelta planimetrica insiste anche sugli alzati dei volumi, le coperture semplici a doppia falda si articolano ruotando i colmi e costruiscono due fondamentali sequenze visive: una verticale rispetto all’accesso su via Michael Pacher e una prevalentemente orizzontale vista dal fronte libero a nord dove le inclinate delle coperture si distendono lungo il sito, come a dialogare con il fondale montuoso e le linee delle altre coperture esistenti.
Le singole architetture accostate e concatenate in sequenze costruiscono un paesaggio che si fonde con i profili esistenti, come ad amplificare lo spazio urbano e a offrire possibilità d’uso tese al rapporto visivo vicino e lontano con il contesto di Rasa. I cambi di direzione dei singoli corpi disegnano spazi pubblici interessanti rispetto alle possibilità relazionali, seguono le regole degli antichi tessuti urbani dei paesi montani, fatti di passaggi e concatenati, dove nell’insieme sono sempre visibili le tracce delle singole entità, come se lo spazio pubblico tenesse insieme le parti.

Project description
School complex

Location
Rasa, Italy

Client
Comune di Naz-Sciaves

Project
DEMOGO studio di architettura

Images
SfSight

Model
Stefano D'Este

Year
2018 Competition 4th prize

"Architecture is a mixture of nostalgia and extreme anticipation" -  Jean Baudrillard
The project seeks to develop through adaptation to the site, favoring a compositional solution made of interconnected parts rather than a monolithic one indifferent to the specific geometries of the place. This concept is formally expressed through a sequence of four volumes with differing orientations: regular-plan masses are placed side by side, like a chronological construction made in stages, producing a kind of weave that transforms as it grows, rotating and adjusting to seek the best views in response to the changing conditions of the surroundings. This planimetric choice also influences the elevations of the volumes: the simple gabled roofs articulate themselves by rotating their ridgelines, creating two key visual sequences—one vertical in relation to the entrance from Via Michael Pacher, and one predominantly horizontal, seen from the open northern front where the sloping roofs stretch across the site, as if to engage in dialogue with the mountainous backdrop and the lines of the surrounding rooftops. The individual architectural elements, placed side by side and linked in sequences, construct a landscape that blends with the existing profiles, as if to amplify the urban space and offer uses aimed at fostering both close and distant visual relationships with the context of Rasa. The directional shifts of the individual volumes define public spaces rich in relational potential, following the logic of traditional urban fabrics in mountain villages—woven from passages and interconnections—where the traces of each individual unit are always visible as a whole, as if the public space were what holds all the parts together.

“L'architettura è un misto di nostalgia e di estrema anticipazione"
Jean Baudrillard

Il progetto cerca di articolarsi secondo l’adattamento al sito, privilegiando una soluzione compositiva per parti interconnesse anziché la soluzione monolitica e indifferente alle geometrie specifiche del luogo. Questo concetto si traduce formalmente in una sequenza di quattro corpi dalla giacitura differente: i volumi a pianta regolare si accostano l’uno all’altro, come in una costruzione cronologica per parti, producendo una forma di tessitura che crescendo cambia il proprio assetto, ruotandosi e cercando le visuali migliori al mutare delle condizioni dell’intorno. Questa scelta planimetrica insiste anche sugli alzati dei volumi, le coperture semplici a doppia falda si articolano ruotando i colmi e costruiscono due fondamentali sequenze visive: una verticale rispetto all’accesso su via Michael Pacher e una prevalentemente orizzontale vista dal fronte libero a nord dove le inclinate delle coperture si distendono lungo il sito, come a dialogare con il fondale montuoso e le linee delle altre coperture esistenti. Le singole architetture accostate e concatenate in sequenze costruiscono un paesaggio che si fonde con i profili esistenti, come ad amplificare lo spazio urbano e a offrire possibilità d’uso tese al rapporto visivo vicino e lontano con il contesto di Rasa. I cambi di direzione dei singoli corpi disegnano spazi pubblici interessanti rispetto alle possibilità relazionali, seguono le regole degli antichi tessuti urbani dei paesi montani, fatti di passaggi e concatenati, dove nell’insieme sono sempre visibili le tracce delle singole entità, come se lo spazio pubblico tenesse insieme le parti.

Project description
School complex

Location
Rasa, Italy

Client
Comune di Naz-Sciaves

Project
DEMOGO studio di architettura

Images
SfSight

Model
Stefano D'Este

Year
2018 Competition 4th prize

"Architecture is a mixture of nostalgia and extreme anticipation" -  Jean Baudrillard
The project seeks to develop through adaptation to the site, favoring a compositional solution made of interconnected parts rather than a monolithic one indifferent to the specific geometries of the place. This concept is formally expressed through a sequence of four volumes with differing orientations: regular-plan masses are placed side by side, like a chronological construction made in stages, producing a kind of weave that transforms as it grows, rotating and adjusting to seek the best views in response to the changing conditions of the surroundings. This planimetric choice also influences the elevations of the volumes: the simple gabled roofs articulate themselves by rotating their ridgelines, creating two key visual sequences—one vertical in relation to the entrance from Via Michael Pacher, and one predominantly horizontal, seen from the open northern front where the sloping roofs stretch across the site, as if to engage in dialogue with the mountainous backdrop and the lines of the surrounding rooftops. The individual architectural elements, placed side by side and linked in sequences, construct a landscape that blends with the existing profiles, as if to amplify the urban space and offer uses aimed at fostering both close and distant visual relationships with the context of Rasa. The directional shifts of the individual volumes define public spaces rich in relational potential, following the logic of traditional urban fabrics in mountain villages—woven from passages and interconnections—where the traces of each individual unit are always visible as a whole, as if the public space were what holds all the parts together.

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